Il solstizio d'estate (deriva dal latino sol, Sole, e -sistere, fermarsi) è la giornata più lunga dell'anno in termini di ore di luce: il crepuscolo, cioè l'intervallo di tempo in cui la luce del Sole è ancora indirettamente visibile in atmosfera, è andato via via prolungandosi nei mesi scorsi: a partire da oggi inizierà a ridursi fino a culminare nel solstizio invernale, il dì più corto dell'anno.
La parola equinozio deriva dal latino oequinotium ovvero “notte uguale”. Dopo l’equinozio di primavera, il dì – cioè quella parte del giorno in cui c’è luce – continua ad allungarsi ogni giorno fino al solstizio d’estate: a quel punto le ore di luce cominciano a diminuire, tornando pari a quelle di buio nell'equinozio d'autunno, e ricominciando ad aumentare solo con il solstizio d'inverno.
Nell'emisfero boreale (il nostro) estate e inverno astronomici iniziano nei giorni di solstizio, in cui le ore di luce sono rispettivamente al loro massimo o al loro minimo, all'opposto di quanto avviene nell'emisfero australe.
Curiosità: il Sole, durante il corso dell'anno, non tramonta sempre a ovest, ma sposta il tramonto verso nord-ovest e verso sud-ovest. Solo due volte volte l’anno tramonta a ovest: in occasione degli equinozi.
Il fatto che l'altezza del Sole non sia uguale giorno dopo giorno dipende dall'orbita ellittica che la Terra descrive attorno al Sole e alla distanza della Terra dal Sole durante la sua rivoluzione (si muove più o meno velocemente).
Se l'asse terrestre fosse perpendicolare all'orbita e quest'ultima fosse circolare, perfettamente centrata attorno al Sole, non si avrebbero le stagioni.
Informazioni recuperate da "Focus junior" e "ilpaesedellemeridiane"